INVESTIGAZIONI AZIENDALI
INDAGINI PER ASSENTEISMO SUL LAVORO
INDAGINI SU ASSENTEISMO
Uno dei problemi più insidiosi che un’azienda può trovarsi ad affrontare riguarda comportamenti scorretti da parte dei propri dipendenti. Tra questi, l’assenteismo ingiustificato e il doppio lavoro sono tra i fenomeni più diffusi e dannosi. Per tutelare l’integrità aziendale, è fondamentale intervenire con indagini professionali e documentate che permettano di fare chiarezza sulla reale condotta dei lavoratori sospettati.
Attraverso servizi di indagine discreta e altamente professionale, è possibile monitorare e verificare eventuali comportamenti fraudolenti. Tecniche di pedinamento, osservazioni mirate e raccolta di prove fotografiche e video consentono di accertare, con precisione e nel rispetto della normativa vigente, se un dipendente assente per motivi dichiarati come malattia, permessi 104 o congedi parentali stia invece svolgendo attività estranee – o addirittura concorrenziali – rispetto all’impiego ufficiale.
Le situazioni più comuni includono:
-
Assenze reiterate e sospette legate a malattie non certificate adeguatamente o con comportamenti incoerenti con lo stato di salute dichiarato;
-
Svolgimento di un secondo lavoro in nero, spesso incompatibile con i doveri del primo impiego;
-
Uso improprio dei permessi previsti dalla legge 104/92, non finalizzati all’assistenza del familiare disabile;
-
Attività personali svolte durante i congedi parentali, che nulla hanno a che vedere con la cura del figlio.
Le prove raccolte – nel pieno rispetto della normativa in materia di privacy e diritto del lavoro – sono fondamentali per tutelare legalmente l’impresa. Quando emergono violazioni gravi, la documentazione acquisita consente di procedere con un licenziamento per giusta causa e, se necessario, con l’avvio di un’azione legale per il risarcimento dei danni subiti.
APPROFONDIMENTI GIURIDICI
È importante sottolineare che i tribunali italiani hanno più volte ribadito come l’esecuzione di attività lavorative o ludiche incompatibili con lo stato di malattia possa costituire motivo legittimo di licenziamento. Tuttavia, la prova dell’incidenza negativa di tali comportamenti sulla salute e sulla fiducia del datore di lavoro deve essere solida e ben documentata.
Un esempio significativo è la Sentenza n. 4869 del 28 febbraio 2014 della Corte di Cassazione, in cui è stato annullato un licenziamento basato sull’attività di caccia di un dipendente in malattia, poiché non è stato dimostrato che tale comportamento abbia compromesso la guarigione o il vincolo fiduciario.
Allo stesso modo, la Sentenza n. 17435 del 2 settembre 2015 ha confermato la legittimità di un licenziamento nei confronti di un dipendente che, con atteggiamenti minacciosi e ingiuriosi, aveva creato un clima insostenibile in azienda. La Corte ha ritenuto infondate le giustificazioni fornite dal lavoratore e ha ribadito che il giudizio di proporzionalità della sanzione disciplinare spetta al giudice del merito.
PERCHÉ FARE UN’INDAGINE PROFESSIONALE
Raccogliere prove in modo amatoriale o improvvisato, senza competenze specifiche, può rivelarsi non solo inutile ma anche dannoso sul piano legale. Solo un’indagine condotta da un professionista autorizzato, esperto in diritto del lavoro e tecniche investigative, garantisce la validità delle prove raccolte in sede giudiziaria e la possibilità di agire in modo rapido ed efficace.
Una verifica approfondita consente all’azienda di:
-
Prevenire danni economici e d’immagine;
-
Proteggere l’ambiente lavorativo da scorrettezze;
-
Agire legalmente in caso di violazione dei doveri contrattuali;
-
Rafforzare la fiducia del team interno in azienda, mostrando attenzione e fermezza verso chi abusa delle tutele previste.